The Millionaire: Recensione

REGIA: Danny Boyle
PAESE: USA
ANNO: 2008
GENERE: Drammatico

“The Millionare” (in lingua originale “Slumdog Millionaire”), film diretto da Danny Boyle con l’aiuto della regista indiana Loveleen Tandan e ispirato al libro “Le dodici domande” di Vikas Swarup, viene distribuito nelle sale cinematografiche nel 2008. Il film ottenne molti consensi positivi dalla critica, vincendo numerosi premi, tra cui ben otto Oscar (miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio, sonoro, colonna sonora e canzone) e quattro Golden Globe (miglior film drammatico, regia, sceneggiatura, colonna sonora).

Una sola domanda separa Jamal Malik da 20 milioni di rupie.
Com’è arrivato fin qui?
A- Ha barato
B- E’ fortunato
C- E’ un genio
D- Era scritto

<<Conosco le risposte.>>, questo è quello che Jamal (Dev Patel) si limita a dire sotto le torture della polizia di Mumbai, che credendolo un semplice analfabeta, che lavora in un call center portando il tè ai colleghi, un chai wallah, non riesce a spiegarsi come abbia potuto guadagnarsi il diritto di rispondere all’ultima domanda del “Chi vuol essere milionario?” indiano.

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Attraverso la trasmissione televisiva, domanda dopo domanda, ripercorriamo il passato di Jamal, sin dalla prima infanzia con il fratello Salim (Madhur Mittal) nelle baraccopoli di Mumbai. La morte della madre durante un assalto di integralisti indù, porta i due fratelli a scappare insieme ad una bambina di nome Latika (Freida Pinto).
I tre dopo un’iniziale vita di stenti, vengono accolti da Maman, che nonostante i suoi atteggiamenti molto caritatevoli, si rivela essere uno sfruttatore di bambini, che spesso menomati o accecati dai suoi stessi uomini, vengono costretti all’elemosina. Salim, Jamal e Latika tentano di fuggire, ma quest’ultima non riesce a salire sul treno in corsa. Rimasti soli, i due fratelli tentano di guadagnare qualche rupia frodando i turisti al Taj Mahal, ma la volontà di Jamal è quella di ritrovare Latika, cosa che accade qualche anno dopo, quando i due vengono a sapere che la ragazza è ancora nelle mani di Maman. Sarà Salim ad aiutere prima Latika uccidendo lo sfruttatore con una pistola, per poi rapirla successivamente, cacciando Jamal dalla sua vita nel momento in cui entrerà nella banda di javed, il più grande mafioso di Mumbai.
Passano altri anni prima che Jamal possa ritrovare il fratello e Latika, diventata nel frattempo la donna del boss. Avvicinarla è quasi impossibile e in un tentativo di fuga non riuscito, la ragazza viene ferita da Salim. A questo punto Jamal decide di partecipare al quiz televisivo (conoscendo bene il secondo esatto in cui bisogna chiamare per poter diventare concorrenti) per poterla rivedere.

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La storia torna al presente e mentre viene mostrata l’ultima domanda a Jamal, che come conclusione di un’avventura piena di coincidenze dettate dal destino, verte proprio sul nome del terzo moschettiere, Salim, in cerca di redenzione, aiuta Latika a scappare, uccidendo il boss e venendo a sua volta ucciso dai suoi uomini. I due riescono alla fine a ricongiungersi e a giurarsi amore eterno.

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Danny Boyle, regista spesso molto discontinuo, affermatosi con il successo di “Piccoli omicidi tra amici”, “Trainspotting”, “28 giorni dopo” e “Sunshine” ed i più deboli “The beach” e “Una vita meno ordinaria”, ritorna dietro la cinepresa con i suoi ritmi veloci e frenetici (infatti vediamo spesso nel film Jamal, Malik e Latika scappare, correre e andare di fretta) e la fotografia molto nitida (come nelle scene al Taj Mahal o nelle baraccopoli). Il montaggio alternato e l’uso sapiente del flashback nella costruzione drammatica, facilitano la naturale identificazione con il protagonista.
“The Millionaire” non però soltanto il racconto di Jamal, l’eroe dall’animo puro, il ragazzo comune che sfugge alla sua condizione di povertà, per risorgere guidato dall’onestà e soprattutto dall’amore, è anche uno specchio che riflette la cultura e i problemi dell’India contemporanea. Le differenze di classe, la povertà dei ceti più bassi, i contrasti tra indù e musulmani, il caos e il sovraffollamento, la corruzione e lo sfruttamento dei bambini, dandoci una visione generale di un mondo che è lontano da quello occidentale, ma che tenta con fatica di emularlo.

A livello di recitazione, Dev Patel (visto precendetemente nel teen-drama britannico Skins), Freida Pinto, Irrfan Khan, Madhul Mittal e Anil Kapoor si giostrano molto bene sul set. Soprattutto gli ultimi due sono autori di ottime interpretazioni. Salim, con i suoi atteggiamenti negativi e la sua concezione della vita molto distorta, che soltanto con il sacrificio finale verranno messi da parte, e Prem Kumar, il conduttore del quiz, anch’egli cresciuto nelle baraccopoi di Mumbai ed anch’vincitore delle tanto desiderate 20 milioni di rupie, con i suoi sentimenti d’invidia verso Jamal, sono i due personaggi meglio costruiti del film.

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Ottima infine la colonna sonora, composta dal compositore indiano Allah Rakha Rahman e le canzoni, tra cui Jai Ho, cantata dalle Pussicat Dolls con lo stesso Rahman.

Voto: 8

Cosa ne pensate della pellicola? Vi è piaciuta o avete un parere contrastante? A voi la parola.

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